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Condifesa Venezia
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Proposta shock dall’UE: consentire di aggiungere l’acqua nel vino per abbassare il grado alcolico.

Avete capito male. L’Unione Europea non ha proposto di annacquare il prosecco per diminuire il grado alcolico. La notizia parzialmente inesatta ha creato scompiglio tra i veneti e non solo. Vi raccontiamo tutto nel nostro ultimo articolo.

L’abuso di alcol fa male!

L’Unione Europea è sensibile agli effetti dannosi dell’abuso di bevande alcoliche sulla salute. Tanto che sono circolate alcune proposte per quanto riguarda l’etichettatura con l’introduzione di frasi di rischio tipo: “Nuoce alla salute” o “Non consumare in gravidanza”. Un’altra proposta è quella di imitare quanto si è fatto nella produzione della birra analcolica o a bassa gradazione, autorizzando la de-alcolazione del vino. Processo tecnicamente possibile, ma che darebbe origine a un prodotto completamente diverso.

Molti operatori del settore sono possibilisti su questa tecnica, che potrebbe aprire nuovi mercati per prodotti che, pur essendo a base d’uva, difficilmente potrebbero essere considerati “vino”. Ad oggi, infatti, i disciplinari dei vini a denominazione d’origine prevedono un titolo alcolometrico minimo. Inoltre, l’aggiunta di acqua in fase di produzione è, non solo un abominio nei confronti della nostra cultura enologica, ma anche un un’operazione vietata dalla legge, proprio in un’ottica di tutela dei nostri vini e dei loro consumatori.

La nostra cultura del vino punta alla qualità

Questa proposta europea, se venisse applicata senza regole chiare, andrebbe quindi ad annullare tutti gli sforzi compiuti in questi anni, per preservare e dare valore alla nostra cultura legata al vino di qualità.  Come ricordato, i disciplinari di produzione relativi alle differenti tipologie di vino sono linee guida fondamentali per tutelare il nostro patrimonio vinicolo che già viene messo alla prova da numerose contraffazioni e frodi extraeuropee.

I cambiamenti climatici stanno cambiando la viticoltura europea

Tradizionalmente nei paesi del Nord-Europa, è consentita l’aggiunta di zucchero al mosto per aumentare il grado alcolico, mentre tale pratica è severamente proibita nei Paesi mediterranei. Era infatti quasi impossibile raggiungere una maturazione adeguata nei freddi climi continentali. Il riscaldamento globale sta modificando le condizioni, tanto che si stanno piantando vigneti in Inghilterra e in Olanda, mentre in molte zone mediterranee si ha spesso il problema di un grado alcolico eccessivo.

Bisogna mettere dei paletti precisi

Il rischio maggiore di queste aperture nei confronti della legalizzazione di nuovi prodotti poco o non alcolici a base d’uva è che possano fregiarsi del nome di “vino” Questo fatto renderebbe difficile al consumatore una scelta consapevole tra il vino vero e queste nuove bevande, con ingenti danni per il mercato, la nostra produzione e la nostra cultura enologica.

La smentita: UE dice niente acqua nel vino

Dopo le polemiche che si sono sviluppate in questi giorni relativamente alla proposta di “mettere acqua nel prosecco”, la Commissione Europea ha diffuso una smentita: non è mai stata considerata l’idea di aggiungere acqua al vino, al contrario si sta vagliando la possibilità di redigere un disciplinare relativo a un nuovo settore.

Esigere chiarezza e rispetto

È certo quindi che il tema del vino de-alcolato sarà oggetto di un dibattito molto importante nei prossimi mesi da parte della UE. Si tratta senz’altro di una tematica interessante, ma dobbiamo unire le forze ed esigere che venga fatta chiarezza. Il settore vitivinicolo è parte fondamentale della nostra tradizione agricola e deve essere tutelato a vantaggio di produttori e consumatori.